venerdì 15 luglio 2011

Il diretto interessato può passare sopra a tutto .
Però io vorrei sapere chi dice che gli allenamenti dei bambini son solo giochi .
Mi spiego meglio, qualcuno insinua che invece di farli allenare li facciamo solo giocare ,per di più prende voce per tutti .
Allora vediamo di chiarire le cose , io vedo questa persona che da il cuore per questi ragazzi , spiega a loro tutto e di più , non li fa solo pedalare , gli da consigli ,e tutt'altro . Come in tutti gli allenamenti ,con i piccoli devi dare spazio anche al divertimento . Se questi genitori si sentono in grado di far meglio , forse sbagliano a portarli ad allenare da noi .
Io seguo spesso l'allenamento dei ragazzini, e vi dico che a fine lezione son tutti stanchi .
Sarà che han giocato troppo ?????????

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Invito tutti i genitori che hanno figli nel Pedale Morbegnese a dire la loro su questo fatto. Noi abbiamo l'esperienza di cinque anni con Maurizio. Nostro figlio in questi anni ha coltivato la passione per la bici, si è divertito e ha anche giocato, cosa potremmo volere di più? Chi ha detto che nello sport giovanile non si debba giocare? Abbiamo anche una figlia che quando torna dagli allenamenti è bella stanca, ma soddisfatta. A volte dice anche di aver giocato. E allora??? Dov'é il danno? Non rende quanto dovrebbe??? Ma per che cosa deve "rendere"? Da 7 a 12 anni (e anche oltre) i bambini devono sopratutto imparare uno sport divertendosi. Per questo i nostri figli sono nel Pedale MOrbegnese con Maurizio. Gianluigi e Marilena

Lorena ha detto...

Francamente faccio davvero fatica a capire cosa intenda questo genitore.

Il ciclismo è uno sport duro, sia fisicamente che mentalmente, perchè prevede che a svolgerlo siano solo coloro che hanno un certo tipo di carattere, che sono davvero determinati, che abbiano cuore, passione e voglia di far una gran fatica, per sè stessi e per i propri compagni.

Iniziare a praticarlo da piccoli, attività che dai 7 ai 12 anni non è agonistica, significa principalmente imparare a stare con gli altri ed a condividere spazi e tempi, imparare a stare dentro alle regole, imparare ad avere fiducia in se stessi e negli altri.
La competizione(ed anche la rivalità) arriveranno solo più tardi, e solo dopo aver superato vari ostacoli ed un percorso ben preciso che prevede per ogni ragazzo una crescita psico-fisica ed un percorso che alleni fisico e mente ad affrontare in maniera costruttiva anche le sconfitte e le cocenti delusioni, oltre ad impegni ben più gravosi rispetto a quelli sostenuti dai bambini piccoli.

Quale miglior modo di avvicinarli ad uno sport così faticoso e così impegnativo se non attraverso il gioco?
Quale modo più intelligente di imparare a stare con gli altri, di imparare a stare dentro alle regole, di imparare ad avere fiducia in se stessi e negli altri, se non quello di acquisire "i fondamentali" ed imparare giocando?

Forse questo genitore non ha
mai avuto a che fare con il ciclismo agonistico, oppure pretende dal proprio figlio ciò che non è corretto pretendere o forse, più semplicemente, non ha riflettuto abbastanza.
Lorena

ciop ha detto...

io faccio parte da poco della squadra ma quando arrivo a casa sono stanca ma felice di essermi divertita con le mie amiche e non per niente ci chiamano cip ciop e ciap!!
grazie a tutti gli allenatori!!!!!!
ciop